C'è chi pensa male, chi vede complotti e speculazioni dappertutto. C'è chi pensa che dietro all'intervento sulla crisi dei mutui americani, portata da Bush su milioni di televisioni in prima serata, ci sia il tentativo di turbare il mercato. Oops, ho sbagliato parole, al posto di "turbativa" avrei dovuto parlare di "turbolenza", come ha detto il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi rivolgendosi al pubblico intervenuto nell'Università di Brescia a proposito della crisi mondiale. Certe persone infatti, arriverebbero a sostenere che la visibilità data all'aumento delle rate dei mutui americani a tassi variabili voleva servire solo a scatenare reazioni tali da frenare una, a loro dire, quasi rovinosa caduta del dollaro. Caduta che poi rovinosa non è, perché ci sarebbe per fortuna l'euro, e la BCE che mantiene tassi di interesse alti (anzi minaccia di alzarli ancora per fermare l'inflazione; ma non ci avevano detto che l'inflazione era solo una sensazione non non confermata dagli studi?) e in questo modo l'euro rimane forte, molto forte sul dollaro. E così, secondo queste menti maliziose, le esportazioni americane reggono a spese degli europei, e la caduta del dollaro, ecco, non è poi così rovinosa. Basta che non si metta anche l'Iran a chiedere di pagare il proprio petrolio in euro anzichè in dollari, che colpo che sarebbe per il bigliettone verde; c'è pure chi dice che la Guerra del Golfo fu fatta anche perchè Saddam voleva farsi pagare in euro dai francesi e dai tedeschi (infatti loro sì che erano contrari alla guerra). Certo, se il dollaro si dovesse confrontare solo con lo yen, o con lo yuan cinese, sarebbe dura perché quei governi hanno risposto alla caduta del dollaro deprezzando anche le loro valute, proteggendo così la loro competitività, ma non così ha agito la BCE. Poco importa se poi i giovani europei, in Italia, in Spagna o altrove, un mutuo proprio non lo possano accendere, con i prezzi delle abitazioni tenuti artificialmente alti per gli investimenti dei fondi immobiliari e la Spada di Damocle dei tassi variabili, caratteristici dei mutui con rate iniziali meno dure, sponsorizzati dai reparti marketing delle banche che ormai non riescono più a vendere i loro costosi prodotti finanziari a tasso fisso. Ma questa strategia non era già andata tanto male negli USA da costringere Bush a parlare dei mutui in prima serata? Bah.
sferoattualità
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