Manu e Matsya

 Dal Matsya Purāṇa:

In tempi antichi viveva un uomo santo
chiamato Manu, che, con penitenze e preghiere,
aveva conquistato il favore del Signore del cielo.
Un giorno gli portarono dell'acqua per le abluzioni;

Mentre si lavava le mani, apparve un piccolo pesce
che parlò con accenti umani dicendo:
"Prenditi cura di me, e io sarò il tuo salvatore."
"Da cosa mi salverai?" chiese Manu.
Il pesce rispose: "Un diluvio spazzerà via

tutte le creature; io ti salverò da quello."
"E come posso proteggerti?" domandò Manu.
Il pesce rispose: "Finché siamo piccoli,
siamo in costante pericolo di distruzione,
perché i pesci mangiano altri pesci; dunque tienimi in un vaso.

Quando diventerò troppo grande per il vaso, scava un fosso
e metti me lì; quando supererò anche il fosso,
portami nell'oceano—lì sarò fuori pericolo."
Dopo aver dato queste istruzioni a Manu, il pesce crebbe rapidamente,
e poi parlò di nuovo:

"In un determinato anno, il diluvio arriverà;
quindi costruisci una nave e rendimi omaggio.
Quando l'acqua salirà, sali sulla nave,
e io ti salverò." Manu seguì gli ordini,
protegge il pesce e lo portò al sicuro nell'oceano.

Nell'anno predetto, Manu costruì una nave
e rese omaggio al pesce; poi cercò rifugio nella nave
quando il diluvio cominciò a salire.
Presto il pesce nuotò vicino a lui, e Manu legò
la corda della nave al corno del pesce.

Trascinato attraverso le acque, Manu passò
oltre la montagna settentrionale. Poi il pesce,
rivolgendosi a Manu, disse: "Ti ho salvato;
attacca rapidamente la nave a quell'albero.
Ma, affinché le acque non si ritirino troppo velocemente,

man mano che diminuiscono, tu scenderai lentamente
dalla montagna seguendole." Così Manu scese
dalla montagna settentrionale. Il diluvio aveva spazzato via
tutti gli esseri viventi; solo Manu era rimasto."

Segue poi un resoconto nel Mahābhārata, che descrive:

"Manu, sulla sua nave maestosa,
attraversò gli oceani agitati e le onde ruggenti.
La nave, scossa da venti violenti,
si muoveva sulla superficie profonda,
barcollando come una donna ubriaca.

Non c'era più terra, né orizzonte visibile;
intorno si estendeva solo un selvaggio mare sconfinato,
un cielo illimitato e un'atmosfera carica d'acqua.
Solo Manu, i sette saggi e il pesce
che trainava la nave rimasero visibili sopra le onde.

Per anni e anni, il pesce instancabile
trascinò la nave attraverso le acque tumultuose,
fino a portarla alla cima dell'Himavān.
Poi il pesce, sorridendo dolcemente, disse al saggio:
"Presto lega la tua nave a questa alta cima.

Sappi che io sono il Signore di tutto,
il grande Creatore Brahmā, onnipotente.
In forma di pesce ti ho salvato in questa emergenza.
Da Manu deve derivare tutta la creazione:
dei, asura, uomini e ogni cosa vivente."

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