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venerdì 21 settembre 2007

Quando eravamo liberi


Reminiscenze e miti su di un epoca in cui non esistevano monopoli su sistemi operativi ed applicazioni per l'ufficio

Alcuni anziani raccontano di un tempo lontano, quando si poteva scegliere una applicazione per scrivere lettere e documenti tra diverse alternative, e non si era costretti ad usare tutti lo stesso programma. Anche per fare i calcoli c'erano diverse possibilità, e si comprava un "foglio di calcolo elettronico" chiamandolo col sibilante termine di "spreadsheet", tra le varie proposte del mercato. Alcuni di questi anziani addirittura narrano che non solo si potevano scegliere i programmi, ma addirittura il tipo di computer! Cioè, esistevano diversi tipi di Personal Computer, ognuno dotato del loro particolare sistema operativo, differenziati per prestazioni, prezzi e fornitura di software. Ce ne sono certi che socchiudono gli occhi, sorridono beati verso il soffitto e parlano di un computer con una mela morsicata tutta colorata, e parlano di una fantomatico "Apple Due"... come se volessero farci credere che fosse mai esistito un Apple Uno! Altri ancora si inginocchiano e mormorano parole incomprensibili come "Wordstar, o Wordstar 2000". Dicono che c'era un prezzo, a tutta questa libertà; si trattava di pagare molto denaro per averli, oppure accettare di uscire dalla legalità per poter scrivere una lettera sul computer di casa. E di dover imparare strane sequenze di tasti per accedere alle varie funzionalità. Qualcuno si scriveva pure una tabellina sopra la tastiera. Certo non c'è da credergli. Scegliersi il sistema operativo.. sicuramente questi anziani hanno una memoria ormai compromessa dall'età. Anche perchè, se il mercato software fosse veramente nato libero, sicuramente a tutt'oggi avremmo ancora tanti produttori tra i quali scegliere un word processor, ormai moderno ed evoluto rispetto ai ricordi degli anziani, e la concorrenza tra questi produttori avrebbe favorito la stabilità, la sicurezza e la facilità d'uso di tutti i prodotti. Così se mi fossi trovato male con uno in particolare, come infatti spesso accade, avrei potuto cambiare. Ma dato che ai nostri giorni usiamo tutti lo stesso tipo di computer, lo stesso sistema operativo, la stessa suite di programmi per l'ufficio di un unico produttore, sicuramente questi anziani mentono, o si ricordano male. C'è chi dice che questa situazione sta cambiando, ma non so se credergli, probabilmente mentono anche loro come quegli anziani.


sferotecnologia

venerdì 14 settembre 2007

La notte del giorno reale


La separazione tra vita reale e virtuale appare sempre più labile, tanto che anche la cronaca ne viene affetta; la sfida è saper cogliere le possibilità di miglioramento dal confronto con più realtà differenti.

Nella Rete avvengono cose reali, come tragicamente confermato dal recente suicidio di un uomo di Wellington, nello Shropshire Inglese, che entrato in una chatroom di "insulti amichevoli" ha scelto di impiccarsi di fronte alla sua webcam, con gli altri utenti collegati che cercavano di dissuaderlo. La polizia inglese, che sta indagando sull'avvenimento, non può confermare eventuali responsabilità delle persone presenti nella chat in quel frangente, che dato il tema della room probabilmente avranno appesantito la depressione del pover'uomo. C'è da dire che molti pensavano ad uno scherzo, e auspicabilmente anche quell'utente che ha osservato: "Allora, salta! Guardate come trema, non è neanche capace di ammazzarsi per bene!".
Si tende spesso a pensare ad una separazione tra il mondo reale e quello cosiddetto virtuale esistente nella Rete, come se gli avvenimenti di uno non possano influenzare l'altro. In realtà negli ultimi anni abbiamo assistito ad un frammischiarsi di queste due esistenze dovuto al popolamento di mondi online come chat, comunità (social networks come MySpace), giochi (come World of Warcraft) o interi mondi (Second Life) che hanno visto incrociare vite parallele fatte di momenti rubati al lavoro in ufficio o al sonno notturno. La sovrapposizione è talmente forte che l'influenza di una delle due sfere, del reale e del virtuale, sull'altra, è completamente interscambiabile; insomma, la vita reale e quella virtuale non sono più due mondi separati, ma due aspetti della stessa realtà, bella o brutta che sia. Il bello è che sono però due aspetti sì ma completamente diversi, nel senso che il mondo virtuale potrebbe essere forse una versione breve di viaggio, ossia quel momento in cui puoi per un istante cambiare la tua vita cambiando le condizioni al contorno. Ma poiché è difficile cambiare il contesto che ci circonda, è più facile allora spostarsi magari in un'altra nazione oppure più banalmente in un altro mondo virtuale. E allora si scopre che i condizionamenti con i quali si è cresciuti possono cadere, e che si può cominciare a costruire una nuova identità con mattoni nuovi e caratteristiche maturate altrove, provando l'ebrezza di una libertà con la quale siamo ormai tutti poco avvezzi. Il senso di piacere dei mondi virtuali potrebbe essere questo: imparare a non essere imprigionati nell'immagine che un mondo si è fatto di noi, perché significherebbe limitare se stessi all'interno di una visione molto ristretta e particolare. L'altro insegnamento è che però la vita è quella fuori, e una volta provata l'ebrezza di aver sconfitto la gilda di orchi e aver conquistato il castello, partire per un viaggio vero e confrontarsi con un altro mondo ma sempre basato sul carbonio. In fondo c'è chi dice che il nostro mondo non sia altro che una simulazione eseguita da un gigantesco computer, e questa volta non è un film, ma una teoria scientifica. Magari ne riparleremo presto su queste pagine.

approfondimenti:
Second Life, Wikipedia


sferoattualità

lunedì 16 luglio 2007

Il bavaglio alla Rete

Un recente studio pubblicato dalla At&T vorrebbe dimostrare l'utilità economica di selezionare i contenuti che passano nei cavi di Internet in base a dei criteri oggettivi (cioè i contenuti per cui si paga, e gli altri). L'attacco al Web 2.0 delle multinazionali.

L'uguaglianza digitale

C'è una particolarità, qua in giro su Internet, che rende la Rete una preziosa conquista dell'umanità: la netraulità. La Net Neutrality è la caratteristica che garantisce la stessa importanza ai pacchetti di informazione che passano nei cavi di Internet, sia che voi stiate rispondendo ad una email della fidanzata, sia che stiate scrivendo il sito della Microsoft. Tim Barners, uno dei più famosi creatori della Rete, racconta a questo proposito: "La rete non guardava all'interno dei pacchetti. È stata la purezza di quel progetto, e la rigorosa indipendenza dai legislatori, che ha permesso ad Internet di crescere e essere utile". La Net Neutrality ha un nemico: si chiama Internet a due velocità, ed è il progetto, sorretto da proposte legislative americane, che vorrebbe dotare l'attuale infrastruttura che si occupa di trasportare il carico di informazioni di una intelligenza che dia la priorità ad alcune informazioni rispetto ad altre considerate meno importanti: si giungerebbe così ad una bassa velocità per l'uso di tutti i giorni, blog ed email comprese, ed una alta vel0cità per i servizi dei soli utenti che ne richiedono - e pagano - l'accesso, come alcuni costosi collegamenti aziendali o per abbonati a servizi particolari (es. televisioni via cavo). Tra i maggiori nemici della Net Neutrality c'è il colosso delle comunicazioni americano At&T. La multinazionale ha da poco pubblicato uno studio che dimostrerebbe come una rete neutrale costerebbe molto di più di una a due velocità, e punterebbe quindi sul quel modello di sviluppo "classista". Molte altre multinazionali sono schierate su questa posizione, e la stessa Google ultimamente appare piuttosto tentata da questa metà oscura.

Dubbi italiani

C'è chi grida all'attacco alla netraulità della Rete anche in Italia, e in particolare per l'offerta Alice TV che propone accesso ad alta velocità collegata a servizi di abbonamento televiso attraverso un decoder. Il problema denunciato consisterebbe nel fatto che Telecom Italia, nella sua posizione dominante, offrirebbe un servizio non replicabile allo stesso prezzo dai concorrenti, creando di fatto una disparità di accesso tra i suoi abbonati e quelli degli altri Provider. Non solo, potrebbe rappresentare in effetti l'inizio di una Internet a due velocità come definito prima, una per gli abbonati ad Alice Tv, ed una per tutti gli altri.

Le Conseguenze di una Rete non neutrale

Forse costerebbe meno (ma sicuramente non Italia, dove il monopolio de facto di Telecom Italia costringe il mercato a prezzi doppi rispetto a quelli che la stessa Telcom Italia fa pagare in Francia). Ma il prezzo che avremmo pagato sarebbe la nostra libertà; la libertà di non avere strumenti digitali che analizzano quello che scriviamo e ne decide l'importanza, e di poter essere presenti in rete alla pari con le testate giornalistiche blasonate - e finanziate dalle lobby di qualche mercato. Perderemmo la libertà di far arrivare il nostro blog al primo posto dei motori di ricerca anche se ce lo meritiamo e scriviamo contenuti interessanti, o di ricevere contenuti multimediali senza aver pagato un adeguato abbonamento. Senza contare le infinite possibilità di censura che offrirebbe questo modello; non solo sui contenuti, ma anche a chi utilizzasse ad esempio Linux al posto dei sistemi operativi delle multinazionali. Molto verosimilmente la rivoluzione collaborativa del Web 2.0 ne sarebbe soffocata, e moriremmo tutti tra bellissime e velocissime pubblicità di detersivi.



Approfondimenti:
Rete neutrale? Washington se ne lava le mani, Punto Informatico
La rete neutrale costa di più?, Visionpost.it

sferotecnologia

lunedì 2 luglio 2007

Il panorama negato


Si viene a sapere che in Italia non si possono fotografare e pubblicare opere di architetti in vita o deceduti da meno di 70 anni; contrariamente a quanto succede nel resto del mondo civile e incivile, infatti, in Italia vige la legge 633/1941 per cui non vale il principio che il panorama è di tutti. Questa mostruosità legislativa del Regno d'Italia farà rimuovere da Wikipedia le opere architettoniche più famose, dalla Stazione di Milano alla Chiesa di Padre Pio a San Giovanni Rotondo, togliendo la possibilità al mondo di godere di quelle (poche) opere moderne di cui possiamo essere orgogliosi. Ancora una volta quell'aborto burocratico che è la SIAE contribuisce a tenere l'Italia in uno status di inciviltà utile a pochi e ingiusto per tutti, umiliando la cultura e la libertà di informazione: per capire la gravità della situazione italiana basta confrontare per esempio questa pagina, riferita all'Annunciazione di Leonardo conservata al Museo degli Uffizi, del tutto priva di riferimenti fotografici, con l'equivalente in inglese, in cui l'immagine dell'opera è effettivamente presente (e questo vale per qualsiasi altra lingua in cui la pagina è tradotta). Il motivo nella fattispecie è una diffida inviata a Wikipedia a pubblicare contenuti conservati nei musei fiorentini, e che ha censurato solo il pubblico italiano privandolo della visione delle immagini delle opere durante la consultazione della più grande enciclopedia del mondo. Analogamente, l'opera di un architetto italiano vivente fotografata in un altro stato potrebbe circolare liberamente in rete mentre la fotografia scattata alla vostra ragazza sotto il Pirellone non può essere pubblicata nel vostro Blog a meno di chiedere l'autorizzazione ai detentori dei cosiddetti diritti. Ma con questo principio, in teoria, qualsiasi edificio moderno costruito in Italia nell'ultimo secolo non può essere pubblicato, perché qualcuno che avrà firmato il progetto ci sarà pure e se lo volesse potrebbe sempre rivalersi per lesione del diritto d'autore; vedremo presto cancellare le immagini di città intere dalla Rete prima che i burocrati italiani muoiano finalmente di vecchiaia?

P.S. Nella foto ci sono io perplesso davanti al Museo della Scienza di Santiago Calatrava a Valencia (ne parlo qui), un complesso che non incontra molto i miei gusti ma se nell'immagine stessi ammirando un'opera in Italia non avrei potuto pubblicarla.

Approfondimenti:
Wikipedia cede al diritto d'autore italiota, Punto Informatico

Diritto di Panorama, Wikipedia
Legge 633/1941


sferoattualità

venerdì 22 giugno 2007

Sferoidale è censurato in Cina

Magari era da aspettarselo visto che qui si parla senza remore di tutte le censure, ma pensare che ad un sesto della popolazione mondiale è vietato accedere a questo blog, fa quasi paura. Su questo sito potete infatti controllare se un url web sia o no bloccato dal governo cinese. La Cina è senz'altro, per numero, il più grande censore del mondo in quanto il governo comunista si è prefisso di impedire ai propri concittadini di accedere a qualsiasi sito mondiale che non sia giudicato conforme nei suoi contenuti. Anche se per i più esperti questo tipo di censura risulta facilmente aggirabile, in realtà si tratta del più grande esperimento di controllo a livello globale da parte di un governo o istituzione, aspirando a controllare la navigazione di un miliardo di persone, ed è un esperimento che sviluppa una tecnologia utilizzata poi anche da altri stati, compresa l'Italia, per oscurare indirizzi giudicati in qualche modo pericolosi. L'italia utilizza tale tecnologia per combattere siti pedopornografici situati su server esteri e quindi non sequestrabili dalle forze di polizia, e più discutibilmente anche per siti di casino online non conformi alla legge italiana (leggi: che non versano denaro nelle casse dei monopoli di stato). Anche se quest'ultima trovata dell'ultima finanziaria è caduta sotto i colpi del Tar del Lazio che l'ha giudicata illegittima, fa specie notare come anche i nostri beneamati politici possano lasciarsi affascinare dalla metà oscura del controllo.

Approfondimenti: FAQ su Great Firewall of China

sferoattualità

lunedì 18 giugno 2007

Il Gay Pride, il traffico e le uova marce


E' una questione semplice: l'ostentazione da fastidio, sempre. Mi chiedo quale sia l'obiettivo di questa gente; dovrebbe essere, da un punto di vista di pura comunicazione, quello di dimostrare di far naturalmente parte della società invece di far passare un messaggio del tipo siete costretti ad accettare il modo in cui ostentiamo le nostre preferenze sessuali. E' una costrizione mediatica perché se ne parla da settimane e settimane prima, si ascoltano opinione e dibattiti, e la sensazione complessiva è quella di essere di fronte ad un problema invece che ad una affermazione di libertà. Il risultato è generare reazioni contrarie, magari in puro stile provocatorio come il basta froci che ha tappezzato Roma; lontano dalle condanne politiche e dalle dichiarazioni ufficiali quella frase stampigliata sui muri cavalca l'onda generata dalla stessa manifestazione, e si diffonde un "c'hanno ragione" latente negli occhi dei romani divertiti. Ed è vero che c'è troppa ostentazione di omosessualità, al cinema, in televisione, con una predominanza rispetto alle rappresentanze reali nella società marcatamente sbilanciata, e l'accettazione cordiale ricevuta attraverso quei mezzi straordinari corre spesso sul filo dell'esagerazione; la volgarità del Gay Pride è una cannonata a quell'equilibrio. Ci si renderà conto che nei fatti di Mosca, dove poliziotti russi hanno preso a pugni parlamentari europei e attivisti omosessuali che protestavano contro il divieto di sfilare, mentre anziane massaie ortodosse tiravano uova, ebbene lì la gravità più grande non sta nell'accaduto di cronaca, bensì nella ilarità che si è diffusa (avete sorriso sapendo delle uova, vero?) e dal pericoloso, leggero senso di rivincita che quelle immagini hanno fatto provare a tanti, basti aver sentito i commenti nei bar o negli uffici. E dire che è proprio in quelle piazze che avrebbe senso manifestare per le libertà, è troppo facile paralizzare il traffico di Roma e pensare di aver cambiato il mondo.

sferoattualità

mercoledì 13 giugno 2007

Lettera per far passare lo zio a Linux

Dieci motivazioni , preconfezionate, da spedire allo zio o alla ragazza per convincerli ad usare GNU/Linux al posto di Windows

Perchè dovresti provare ad usare Linux:

1) Non devi comprarlo. Se hai una attività professionale risparmi il costo della licenza di Windows per ogni computer che usi. E, in questo modo, è legale.

2) Non devi cancellare Windows. Puoi tenerlo sullo stesso Hard Disk e scegliere all’accensione del PC quale sistema caricare, e lasciare una opzione automatica nel caso non avessi voglia di scegliere. Lo so, non si è mai abbastanza pigri.

3) Non devi comprare un antivirus, e non devi preoccuparti di tenerlo aggiornato. I virus per Linux sono praticamente inesistenti. E quindi non ti si succhia il 10% della potenza del PC per analizzare ogni singolo file in uso. Certo, bisogna rinunciare alle pagine porno che ti si aprono da sole sullo schermo.

4) Non è più complicato di Windows, specialmente se lo utilizzi per l’ufficio o per navigare in Internet. Anzi, è anche più facile, e infinitamente più sicuro. E non dare retta, che Youtube funziona lo stesso.

5) Non devi cercare i driver per le tue periferiche, in particolar modo se hai un PC con una configurazione standard; allora è anche più immediato di Windows perché i driver li ha già tutti lui e li mantiene aggiornati.

6) E’ più bello di Windows Vista e ha più effetti speciali, se ti piacciono, utilizzando dei programmi che si chiamano Compiz oppure Beryl. Wow. In più puoi personalizzare tutto il desktop, facilmente e in breve tempo; colori, tipo di bordi delle finestre, trasparenze ed ombre. Puoi anche appiccicare la barra del menu di sopra, o di lato, o accorciarla, o toglierla.

7) Installare un programma è più semplice che da Windows, si fa partire un altro programma che ti fa scegliere quello che vuoi da una lista e te lo installa da solo. Sì, anche i giochi.

8) Se conosci un Geek (un appassionato di computer che di solito usa Linux) sei a cavallo: basterà dirgli che vuoi abbandonare “Uinzozz” (diglielo proprio così) e per sua religione sarà felice di lasciare eventuali mogli e figlie in vacanza per venire ad installarti lui stesso Linux. Se poi farai vedere di essere contento e di meravigliarti quando ti fa vedere gli effetti speciali del desktop, stupidate del tipo delle finestre che diventano gelatina quando le muove, si dimenticherà anche della cena che gli avevi promesso e ti sarai guadagnato assistenza tecnica gratuita a vita. Se non hai un amico così, in Internet ne troverai a centinaia (la chiamano “la comunità”).

9) Linux ha molte “Fragranze” tra cui puoi scegliere. Si chiamano “Distribuzioni”, e le ultime che sono uscite sono molto carine e funzionali. Le differenze tra le une e le altre le imparerai con il tempo, per molti Geek sono come la squadra di calcio per cui fanno il tifo. Alcune Fragranze con cui iniziare potrebbero essere “Ubuntu 7.04” oppure “Fedora 7”, ma se hai un amico Geek potrebbe consigliarti quella che piace di più a lui. Non lo contraddire, o si arrabbierà molto su questo argomento.

10) Il nuovo Windows Vista, ancora non lo sai ma possiede alcune tecnologie di controllo e di vera e propria censura che potrebbero essere attivate in qualsiasi momento, e che per certi versi sono già attive, che ti impedirebbero per esempio di ascoltare la tua raccolta di MP3, di provenienza non certa , o di copiare un mp3 acquistato in rete sul tuo lettore portatile, o in genere di far funzionare cose che non siano state previste dalla Microsoft. Il problema in questione sono le tecnologie DRM, che sono integrate in Vista e non possono essere disabilitate dagli utenti. E' un pò come se non fossi più completamente il padrone del computer che hai comprato, limitando di fatto la tua libertà.

sferotecnologia

venerdì 1 giugno 2007

Il progetto del terrore


Sento sempre più persone che cominciano a pensare che la teoria del complotto riguardo all'11 settembre, ossia la teoria che assegnerebbe responsabilità dirette all'amministrazione Bush nel creare il casus belli, suoni abbastanza credibile; molte di queste però si rifiutano di credere che un governo democratico possa arrivare ad arrecare danni (uccidere) i propri cittadini per volgere l'opinione pubblica a proprio favore. Eppure l'americana ABC ha recentemente pubblicato un articolo scritto però nel 2001, dove si svelano dei piani risalenti al 1962 e mai realizzati, riguardanti delle azioni di intelligence volte a creare le condizioni socio-politiche per l'invasione di Cuba.
Il documento descrive una operazione di nome in codice 'Northwoods' grazie alla quale, attraverso delle azioni ben determinate, si sarebbe voluto creare giustificazioni a livello di opinione pubblica e internazonale ad una azione militare di grande portata. Queste azioni, elencate in un apposito allegato del documento, alcuni stralci pubblicati dal sito in inglese Truthera, ipotizzavano tra l'altro di:
- Fare esplodere munizioni e appiccare incendi nella base [riferita alla base americana di Guantanamo];
- Sabotare e incendiare aerei all'interno della base;
- Attaccare con colpi di mortaio la base stessa;
- Catturare squadre d'assalto avvicinatesi via mare o in vicinanza di Guantanamo;
- Catturare dei gruppi guerriglieri che attaccano la base;
- Incendiare una nave nella baia (e si suggerisce anche di utilizzare il naftalene per assicurare un fuoco ben visibile);
- Affondare una nave vicino all'entrata della baia e celebrare dei funerali per una decina di false vittime;

A queste azioni gli USA avrebbero potuto rispondere con delle azioni militari tese ad assicurare le forniture di acqua ed energia e a distruggere l'artiglieria che minaccierebbe Guantanamo. Si indica poi di creare un evento del tipo "Remember the Maine!", (frase divenuta popolare in america in riferimento all'affondamento del vascello Maine avvenuto nel 1898 e che scatenò la guerra Ispano-americana, affondamento che invece era dovuto ad un banale incidente di bordo), ovvero di provocare un evento drammatico che generasse un'onda emotiva nell'opinione pubblica, e che quindi giustificasse l'inizio di una vera e propria guerra. Precisamente si suggerisce di mettere in pratica uno degli eventi seguenti:
- Far esplodere una nave a guantanamo ed incolpare Cuba;
- Fare esplodere una nave senza identificativi ovunque nelle acque cubane, meglio ancora se in vicinanza di Santiago o dell'Havana, come risultato di uno spettacolare attacco cubano dal mare o dal cielo, o da entrambi i fronti. La presenza di navi o aerei cubani nelle vicinanze, che sarebbero accorsi a investigare la presenza dell''imbarcazione avrebbe dato più credito all'evento. La vicinanza dell'Havana o di Santiago darebbe più forza per la visibilità dell'esplosione da parte delle persone sulla costa. Si sarebbero poi organizzate operazioni di salvataggio di finti superstiti e pubblicato l'elenco delle vittime nei giornali americani; cosa quest'ultima che avrebbe generato una diffusa ed enorme indignazione. E ancora:
- Creare una campagna di terrorismo a Miami o in altre città della Florida, o persino a Washington.

L'ultima frase suona raggelante, alla luce di quello abbiamo vissuto recentemente. C'è da dire che è l'unica affermazione che lascia presupporre la presenza di vittime reali tra la popolazione, non essendoci prova della volontà esplicita, negli altri casi, di causare veramente delle morti.

Altrove nel documento, si dice esplicitamente che "L'opinione mondiale, e l'Assemblea delle Nazioni Unite sarebbero favorevolmente influenzate dallo sviluppo di una immagine internazionale del governo cubano come impulsivo e irresponsabile, come l'allarme di un'imprevedibile minaccia alla pace dell'Emisfero Occidentale".

E ancora nel documento: "Mentre le suddette premesse possono essere praticate immediatamente, continueranno a mantenersi valide solo finquando sarà ragionevolente certo che l'intervento militare statunitense a Cuba non coinvolgesse direttamente l'Unione Sovietica". Secondo l'autore della ABC, fu proprio per la palese impossibilità di evitare una risposta militare di Mosca che il piano non fu messo in atto.

Fatto ancora più sconvolgente per i recenti ricordi, si parla diffusamente di "telecomandare" un aereo militare ridipinto per sembrare civile, per inscenare l'attacco di Mig ad un aereo passeggeri. Quindi un aereo militare, ridipinto e allestito identicamente ad un civile, telecomandato, era tecnologicamente possibile e probabilmente collaudato già nel 1962, ed utilizzabile già allora per generare eventi disastrosi programmati.

Il piano segreto pare essere venuto alla luce in seguito a delle azioni legislative che, sull'onda emotiva generata dal film JFK di Oliver Stone, aveva declassificato numerosi documenti, precedentemente secretati, che si riferivano alle vicende del Presidente Kennedy. Quarant'anni dopo, una qualche altra forma di censura ha tenuto nascosto nel cassetto della ABC l'articolo del reporter David Ruppe per altri sei anni, anche se il documento originale aveva già avuto un discreto riscontro in Internet date le numerose similitudini con gli eventi che abbiamo appena vissuto. Ed è pur troppo semplice riscontrare un disegno standard nel costruire un sistema di informazioni ed eventi che giustifichino azioni militari. Se si pensa poi che il 9 Maggio di 2007 è stata approvata una direttiva negli Usa che concede al presidente americano poteri speciali in caso di "Eventi catastrofici", poteri paragonabili a quelli di una dittatura militare e che limitano la libertà dei cittadini analogamente ad un regime di legge marziale, allora il quadro è decisamente destabilizzante, perchè agli eventi catastrofici ultimamente cominciamo quasi ad esserci abituati.

Approfondimenti:
U.S. Military Wanted to Provoke War With Cuba, articolo ABC (in inglese)
Operazione Northwoods, Wikipedia (comprende il link al documento declassificato in pdf)
National Security and Homeland Security Presidential Directive (in inglese)

sferoattualità

mercoledì 16 maggio 2007

Le notizie più censurate del 2007


Su projectcensored.org, interessante sito che si occupa di "criptonotizie", passano in rassegna le notizie che secondo la loro classifica sarebbero state ignorate da tutti i mass media, e che quindi avrebbero subito una forma di censura; riporto i titoli delle prime 10:

1) Il dibattito sul futuro di Internet è stato ignorato dai media
2) La compagnia americana Halliburton avrebbe venduto tecnologie nucleari all'Iran
3) Gli oceani del mondo sono in estremo pericolo
4) I poveri ed i senzacasa stanno aumentando negli USA
5) Genocidio Hi-Tech in Congo
6) La protezione federale per chi denuncia comportamenti illegali negli uffici pubblici americani, è sempre più lacunosa
7) Personale statunitense avrebbe torturato dei detenuti in Iraq fino alla morte
8) Il Pentagono ha guadagnato l'immunità dal sistema con cui organizzazioni non governative, giornalisti e privati possono accedere negli USA a documenti pubblici e di controllo dell'operato.
9) La Banca Mondiale finanzierebbe il muro che gli Israeliani stanno costruendo al confine della Palestina
10) Gli Stati Uniti vorrebbero portare via truppe dall'Iraq aumentando però i ben più letali bombardamenti aerei

Per la lista completa, le fonti e gli approfondimenti, qui.

Sarebbe simpatico stilare una lista analoga riferita all'Italia, e una criptonotizia la riporto direttamente io:
Il 16 Aprile 2007 Beppe Grillo ha parlato, su delega di migliaia di azionisti e pur non avendo potuto rappresentarli ufficialmente per una opposizione della CONSOB, all'assemblea degli azionisti Telecom Italia, rivolgendo parole di fuoco contro il Consiglio di Amministrazione e suscitando gli applausi entusiasti della platea. I media quel giorno ed i successivi hanno evitato di riportare la notizia nei principali telegiornali (pur concedendo ampio spazio all'assemblea Telecom), o riportandola in modo frammentario o con l'intervento di Beppe Grillo tagliato nei punti più spinosi (leggi: cognomi e accuse).
In ogni caso potete approfondire per mezzo della Rete e del blog più popolare d'Italia, seguendo il banner qui a lato. Se avete altre "criptonotizie italiane" inviatemele, magari ne avremo tante da farne una classifica anche noi.

sferoattualità

martedì 12 settembre 2006

quello che rimane sulla spiaggia dell'11 settembre


Passato lo tsunami emozionale del quinto nine eleven, l'onda lascia sul campo dopo la lunga ritirata detriti maleodoranti e taglienti. Ci si ripete da più parti che il mondo è cambiato, che quel'11 settembre di cinque anni fa è stato un punta di svolta per la storia e che anche la nostra visione del mondo non è più quella di prima; ma seguendo i notiziari e leggendo i giornali non si respirano atmosfere diverse dai tempi in cui le twin towers ancora si ergevano, i fanatismi non sono nati quel giorno, le guerre neanche, le rivendicazioni, i rapimenti, i kamikaze, i diritti negati, i soprusi dei più forti, i mercati pilotati, gli interessi di pochi e le sofferenze di molti non sono figli dell'11 settembre. Guardando bene quello che è cambiato è nient'altro che un atteggiamento, l'atteggiamento di chi raggiunge il consenso per procedere all'affermazione cruenta di quello che nel discorso alla nazione Bush stesso ha definito il proteggere lo stile di vita occidentale.
Ma quello che spaventa di più, è che Bush è sincero. Lo stile di vita occidentale è basato sul petrolio, che nel gioco beffardo del destino, oppure si potrebbe dire nel migliore dei sistemi di bilanciamento del potere (vi ricordate il gioco da bambini "uno taglia l'altro sceglie?"), è nelle mani di quella parte del mondo che guarda all'occidente con occhi alieni, lontani, diversi. Ed è vero che questa guerra, osteggiata da molti, voluta da pochi, pianta da tutti, è la guerra che da sempre l'occidente combatte contro tutto quello che è fuori di sè; Brenno che saccheggia Roma ne è affascinato dalla potenza e dalla cultura, dallo stile di vita, e noi di questo siamo terrorizzati: la nostra coscienza storica, atavica, teme il barbarus che ci toglie l'oro di Roma perchè lo vuole per se. Quell'oro, che a guardar bene, di Roma non è avendolo depredato nelle provincie dell'impero.
Quant'è cambiato il mondo? O meglio, quanto poco il mondo è maturato, nei secula seculorum, da quel Romanus imperus che si poteva permettere anfiteatri e terme a spese dei popoli conquistati? Ma la domanda nascosta è un'altra, e precisamente: possiamo permetterci di perdere Roma? Siamo disposti a rinunciare anche a una sola parte del nostro benessere per far cessare immediatamente tutte le guerre?
La risposta è amara. Ed ha l'amarezza della considerazione che nel mondo protetto dal patto atlantico è fiorente il seme del progredire, della cultura libera e della libertà d'espressione. Non è la libertà romantica, ma è la migliore libertà possibile, perchè ci dà i mezzi, o la possibilità di guadagnarli, per scegliere, discriminante questa che ci fa essere padroni della nostra vita.
Cosa c'è fuori dai confini di Roma? Non più leones, ma culture che soffocano le donne, i liberi pensieri, la libertà di amare, di avere e di essere.
Ho conosciuto gente di tutto il mondo. Ho imparato che ogni singolo uomo di qualsiasi parte della terra, è proprio come me; pensa, desidera, agisce come me. Le stesse fantasie, la stessa ricerca della realizzazione, lo stesso bisogno di essere amati, la stesso piacere nel fare l'amore. La differenza è nella possibilità di espressione, che io ho, e che molti non posseggono se non nel privato dove si riscopre l'individuo. Ma è una espressione che non è bloccata dai governi o dai sacerdoti, bensì dalla formazione culturale che li rende allo stesso tempo vittime e partecipi dell'offesa perpretata alla lucentezza espressiva della libertà. Non possono scegliere perchè non vogliono scegliere.
Non possono vincere, invero, ma noi possiamo perdere. Chi ha combattuto Roma, prima l'ha distrutta, poi ne ha acquisito la cultura. I barbari sono finiti con Roma, perchè ne erano lo specchio. E quello che li unisce nell'odio, è quello che, mancando, vorrebbero, perchè dopo un traguardo si guarda avanti, e anche i popoli lo fanno. Che succederebbe se, all'improvviso, non avessero più un nemico da odiare? Magari guarderebbero che il loro malessere dipende anche da chi li governa non bene, da chi fa gli interessi di pochi al loro interno, da chi li controlla bruciando le bandiere del nemico. Magari vorrebbero essere felici su questa terra, prima che nel paradiso.
L'arma atomica della guerra che si sta combattendo si chiama cultura. Ma non sappiamo come poterla sganciare al di là di questo mare.

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