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lunedì 18 giugno 2007

Il Gay Pride, il traffico e le uova marce


E' una questione semplice: l'ostentazione da fastidio, sempre. Mi chiedo quale sia l'obiettivo di questa gente; dovrebbe essere, da un punto di vista di pura comunicazione, quello di dimostrare di far naturalmente parte della società invece di far passare un messaggio del tipo siete costretti ad accettare il modo in cui ostentiamo le nostre preferenze sessuali. E' una costrizione mediatica perché se ne parla da settimane e settimane prima, si ascoltano opinione e dibattiti, e la sensazione complessiva è quella di essere di fronte ad un problema invece che ad una affermazione di libertà. Il risultato è generare reazioni contrarie, magari in puro stile provocatorio come il basta froci che ha tappezzato Roma; lontano dalle condanne politiche e dalle dichiarazioni ufficiali quella frase stampigliata sui muri cavalca l'onda generata dalla stessa manifestazione, e si diffonde un "c'hanno ragione" latente negli occhi dei romani divertiti. Ed è vero che c'è troppa ostentazione di omosessualità, al cinema, in televisione, con una predominanza rispetto alle rappresentanze reali nella società marcatamente sbilanciata, e l'accettazione cordiale ricevuta attraverso quei mezzi straordinari corre spesso sul filo dell'esagerazione; la volgarità del Gay Pride è una cannonata a quell'equilibrio. Ci si renderà conto che nei fatti di Mosca, dove poliziotti russi hanno preso a pugni parlamentari europei e attivisti omosessuali che protestavano contro il divieto di sfilare, mentre anziane massaie ortodosse tiravano uova, ebbene lì la gravità più grande non sta nell'accaduto di cronaca, bensì nella ilarità che si è diffusa (avete sorriso sapendo delle uova, vero?) e dal pericoloso, leggero senso di rivincita che quelle immagini hanno fatto provare a tanti, basti aver sentito i commenti nei bar o negli uffici. E dire che è proprio in quelle piazze che avrebbe senso manifestare per le libertà, è troppo facile paralizzare il traffico di Roma e pensare di aver cambiato il mondo.

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