Le prime applicazioni domestiche della tecnologia LENR, che fino a qualche anno prima qualcuno ancora chiamava “fusione fredda”, presero piede già nel 2022 con l’uscita nel mercato di apparecchi sostitutivi di caldaie per l’acqua sanitaria ed il riscaldamento degli edifici. Il successo fu dovuto al crollo dei costi energetici per il riscaldamento in un periodo storico in cui i carburanti fossili vedevano quotazioni alle stelle, e che aveva favorito i conti delle famiglie proprio all'avvicinarsi di una regressione economica che stava mettendo in dubbio l'uscita dalla disastrosa crisi econcomica del 2008 e la ricaduta a causa della famosa pandemia di COVID-19 del 2020-2021, considerata ormai la peggiore crisi della storia recente dell'umanità. Le prime applicazioni erano rudimentali implementazioni termo-idrauliche derivanti direttamente dai banchi prova dei laboratori della Leonardo Corporation e di una decina di altre società innovative che si erano impegnate nella nuova tecnologia, ma già alla fine del 2024 la Apple rubò la scena mondiale annunciando il lancio sul mercato di una batteria che, sfruttando le tecnologie LENR applicate ad una matrice nanometrica piezonucleare (tecnologia che il marketing Apple battezzò "Matrix"), era in grado di convertire il calore prodotto dalle radiazioni nucleari a bassa energia direttamente in elettricità, e prometteva mesi di funzionamento di qualsiasi apparecchiatura elettronica senza alcuna ricarica. La prima "iPower" ad utilizzare la tecnologia Matrix aveva le dimensioni di un Mac Mini, ed era quindi utilizzabile solo come dock esterna agganciabile ai laptop della casa californiana come alimentazione da viaggio (solo nel 2028 il grado di miniaturizzazione della tecnologia Matrix permise di creare l'"iPhone M", il primo smartphone a garantire una autonomia di un anno); la grande novità fu comunque l’ingresso della Apple nel mercato dell’energia. Tale evento provocò uno sconvolgimento delle borse mondiali con tutte le società energetiche in crollo a vantaggio di quelle elettroniche quali la stessa Apple (che superò la quotazione di 4000 dollari ad azione superando Amazon), Huawei, Sony, LG, e l'allora neonata spin-off di Google: la Sunny corp. La Tesla, che aveva investito fin dall'inizio sulla propulsione elettrica tradizionale, inizialmente subì un crollo in borsa essendosi dimostrata all'improvviso una azienda non più innovativa come era stata invece sua prerogativa fondamentale, per riprendersi in seguito ad accordi commerciali proprio con la Sunny. La stessa Tesla nel 2029 cominciò a produrre, con concessione su brevetto Sunny, motori elettrici funzionanti senza i tradizionali avvolgimenti elettrici che venivano sostituiti con una pila LENR toroidale progettata per produrre un campo elettromagnetico rotante. I nuovi motori elettrici integravano così per la prima volta sia la parte motrice sia quella di potenza, dimezzando le dimensioni e aumentando l’efficienza; la Tesla cominciò ad utilizzare questa nuova tecnologia mettendo in produzione la famosa Tesla-L "Sunnyvale 4000" (in cui la "L" stava per "LERN") il cui slogan era “Dimenticatevi la carica" ("Forget the charge") potendo assicurare una autonomia di circa 6400 Km (4000 Miglia). Nei due anni successivi un upgrade avrebbe prima raddoppiato e poi triplicato quella autonomia senza nessuna ricarica. Dalla sostituzione dei motori tradizionali si passò ben presto, nel 2031, ad applicazioni militari con motori con propulsione a microonde alimentati da batterie LERN per i veicoli aerei, che con questa implementazione cominciarono a modificare la propria forma aerodinamica dato l'eccesso di spinta costantemente disponibile fornito dai nuovi propulsori, svincolandosi dalla portanza e convergendo verso forme ovoidali più consone a mantenere l’equilibrio tra volume trasportato e coefficiente di penetrazione dell'aria. Per i mezzi orbitali invece la conformazione della struttura microondica cominciò a convergere verso un aspetto discoidale.
Nel 2036 fu terminato l’allestimento della nuova stazione orbitante internazionale costruita con propulsione microondica alimentata da LENR “Gaia”. Nello stesso anno l'Europa, che otteneva l'unificazione politica del vecchio continente ad includere 37 vecchi stati nazionali con l'esclusione del Regno Unito ormai al collasso, aveva finanziato il progetto fortemente voluto dalla Leonardo Corporation - società che fino a qualche anno prima aveva fatto della distribuzione delle diverse miscele polverulente costituenti le ricariche per le batterie LENR il suo unico business; quest'ultima era poi stata acquisita nel 2037 dalla stessa holding della Tesla attraverso la SpaceX.
Il 2039 fu l’anno del cosiddetto “Scandalo gamma”, quando fu smascherato un complotto mondiale condotto dall’Istituto per il Controllo Climatico (emanazione dell’IPCC di cui dal 2024 era stata dimostrata l'insussistenza delle sue teorie a riguardo del riscaldamento globale), che aveva manipolato documenti con il fine di dimostrare che le radiazioni gamma, emesse delle reazione LENR ormai diffuse su scala planetaria, essendo queste a difficilmente termalizzabili, a suo dire si diffondevano nello spazio senza cedere energia in atmosfera e quindi, secondo i complottisti, sottraevano costantemente calore al pianeta con una nuova previsione catastrofica che avrebbe visto una nuova glaciazione nel decennio successivo. Il reo confesso Alan Gore a capo dell’istituto fin dal 2031, nipote di Al (divulgatore della famigerata "mazza da Hockey" riferita al grafico della proiezione anch'essa catastrofista dell'andamento delle temperature correlate al cosiddetto "Riscaldamento Globale", poi chiamato "Cambiamento Climatico" in base alle prime evidenze di raffreddamento del decennio 2010-2020, e poi ancora "Raffreddamento Antropico" nell'ultima declinazione truffaldina), portò con le sue dichiarazione all'arresto di settantacinque persone con l’accusa di truffa aggravata ai danni dell’umanità, ed allo smantellamento dell’istituto. Il 2040 fu l’anno in cui si dichiarò, in una riunione straordinaria dell’ONU, “La fine della fame nel mondo”, per merito della capacità dell’uomo di approvvigionarsi di energia illimitata, e facendo guadagnare all'umanità la classe di civiltà di tipo 1 secondo la scala di Kardašëv (anche se molti scettici negano tutt'ora il raggiungimento di tale obiettivo). Tutto il resto è storia dei nostri giorni.
sferoracconti
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giovedì 22 aprile 2021
venerdì 26 marzo 2010
L'isola che non c'era
Sembra ormai appurato che una piccola isola contesa tra India e Bangladesh, non più alta di due metri sul livello del mare, disabitata, sia scomparsa per l'innalzarsi dell'oceano. Quello che dovrebbe farci riflettere è come questa notizia sia stata rilanciata sui mezzi di informazione come una clamorosa evidenza del Riscaldamento Globale e dei danni ambientali provocati da questo fenomeno. La notizia taciuta è che quest'isola non era esistita da sempre, ma risulta comparsa (affiorata nel Golfo del Bengala) nel 1970 e da quella data era iniziata la contesa dei due stati asiatici. Una informazione molto facile questa da reperire, sarebbe bastato fare una ricerca su Wikipedia.
La situazione dunque è ben diversa da quella presentata, infatti l'oceano avrebbe sommerso l'isolotto in base ad un ciclo naturale che niente avrebbe a che fare con il Global Warming (nel 1970 non se ne parlava neanche, anzi si temeva fossimo diretti verso una nuova glaciazione). Però la notizia è comunque passata con enfasi catastrofistica di numerosissime testate e senza menzionare il fatto che l'Isola di New Moore non era esistita da sempre; anzi, riportando della contesa trentennale fra India e Bangladesh e quindi omettendo che quella contesa era iniziata proprio perchè l'isola, effettivamente, prima non c'era.
Tra le testate cadute nel facile allarmismo possiamo menzionare La Stampa, Zeroemission.tv, EcoBlog, e molti altri. Alcuni siti riportano correttamente l'informazione, come Il Giornale, che però afferma prima che l'isola era contesa "da sempre", per poi specificare più avanti che esiste solo da una quarantina di anni. Anche molte testate mondiali hanno ceduto alla stessa tentazione.
L'effetto complessivo appare comunque quello di cavalcare l'onda delle catastrofi che sarebbero provocate dall'effetto serra, quando invece, come in questo caso, si tratta nient'altro di un ciclico battito di cuore del grande oceano. Altra EcoBalla.
Approfondimenti: L'illusione di Kyoto
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domenica 8 luglio 2007
L'illusione di Kyoto

Come funziona il Protocollo di Kyoto in pratica, quanto costa ad ogni famiglia italiana in tasse e bollette, chi ci guadagna e perché non salverà il mondo
Come funziona in pratica il protocollo di Kyoto
C'è una legge in Italia, il Decreto Legislativo 216/06, che definisce quando una azienda debba entrare a far parte del sistema deciso nel protocollo. Tutte le aziende interessate richiedono allo stato delle quote disponibili di CO2, espresse in tonnellate, a seconda di quante ne avevano consumate i tre anni precedenti. Lo stato ne assegna un po' di meno di quelle che servirebbero, nell'ottica di diminuire le emissioni totali del 6,5% (per l'Italia) entro il 2012. A questo punto l'azienda deve costituire un sistema di gestione che monitorizzi le emissioni di anidride carbonica che produce, quindi deve, a seconda dei suoi cicli produttivi, fare prelievi, analisi, calcoli e stime che diano un conteggio di quante tonnellate di anidride carbonica abbia emesso in atmosfera in un anno. Alla fine di ogni anno, entro Aprile, l'azienda deve chiamare un ispettore di un ente di controllo, autorizzato dal ministero dell'ambiente, che verifica i conteggi in base ai documenti aziendali ed a una ispezione agli impianti. L'ispettore scrive un rapporto e propone al suo ente di convalidare, o di non accettare, i conteggi fatti dall'azienda; in caso positivo l'ente emette un certificato che autorizza l'azienda a comunicare al ministero dell'ambiente il conteggio riscontrato. Ora, se le tonnellate emesse sono minori di quelle ricevute in quote allora è una azienda virtuosa, e non solo non deve pagare altro, ma può vendere le quote avanzate nei Mercati delle Emissioni appositamente creati a livello mondiale. Se invece ne ha consumate troppe, allora ha poche possibilità: o compra delle quote dalle aziende virtuose, oppure paga una multa pari a 40€ per ogni tonnellata di troppo. Altra possibilità è fare degli investimenti nei paesi in via di sviluppo finalizzati alla riduzione in quei luoghi di emissioni di CO2, cosa questa che fa guadagnare altre quote.
Quanto costa ad ogni famiglia italiana

Perchè il protocollo di Kyoto non salverà il mondo
Prima di tutto perchè ci sono buone possibilità che il mondo si salvi da solo. Dal grafico che vedete riportato infatti si vede che la temperatura media della terra negli ultimi 420.000 anni ha subito delle oscillazioni periodiche in concomitanza con alcuni cicli del nostro sole. Quindi la maggior parte del riscaldamento globale è dato dalla maggior radiazione solare che investe la terra, e non dalla produzione di CO2 dell'uomo. Di conseguernza quando questa fase solare sarà passata, le stagioni riprenderanno il loro normale corso, come è avvenuto anche in passato. Poi c'è da dire che i due maggiori produttori di anidride carbonica nel mondo, Stati Uniti e Cina, non hanno sottoscritto il protocollo di Kyoto, rendendo poco importanti gli sforzi degli altri stati partecipanti. Inoltre la CO2 non è l'unico gas serra, ma ne rappresenta solo una piccola quantità essendo la stragrande maggioranza della responsabilità dell'effetto serra dovuta all'umidità dell'aria, ossia... alle nuvole. Ora, sembra che raggiungere una diminuzione del 6,5% nelle emissioni di Gas Serra nel 2012 per l'Italia, e per altre stati, sia un obiettivo impossibile (è meno difficile per gli stati che posseggono centrali nucleari), e saremo costretti a pagare, come nazione, delle sanzioni di miliardi di euro. Ma anche se riuscissimo nell'obiettivo, tale riduzione sarebbe pressoché ininfluente di fronte alle variazioni climatiche dovute alla radiazione solare. Conclusioni: stiamo facendo degli sforzi nella direzione sbagliata, e i dati per capirlo sono alla portata di tutti.

Ma allora chi ci guadagna?
A guadagnarci sono tutti quelli che lavorano nel campo dell'Emisison Trading, intanto, come consulenti aziendali, chimici, laboratori analitici. Tutto il sistema di controllo, enti autorizzati, ispettori. Tutti quelli che fanno allarmismo e vendono libri. I politici che guadagnano voti con l'ambientalismo demagogico. E' facile capire come tutto questo, moltiplicato a livello mondiale, fa girare miliardi di dollari. Si pensi inoltre che è stato creato un intero nuovo mercato, per lo scambio di quote di CO2, con quotazioni aggiornate e possibilità speculative enormi, essendo un mercato poco conosciuto e molto instabile. E comunque nel libero mercato far girare soldi produce sempre benessere, ma per pochi, a scapito delle piccole e media aziende che non hanno risorse per accedere ai meccanismi più redditizi del mercato delle emissioni, e dei contribuenti e consumatori che finanziano, quasi sempre inconsapevoli, tutto questo bel gioco.
Conclusioni
Il riscaldamento globale è una realtà, minacciosa, innegabile. La nostra generazione rischia di conoscere sconvolgimenti climatici come non ce n'è memoria a livello storico; proprio per questo lo sforzo a livello mondiale deve essere enorme, ma ben indirizzato. Prima di tutto deve essere convogliato negli aiuti a quei paesi che non hanno mezzi propri per arginare alluvioni e desertificazioni. Poi deve essere investito nella ricerca e nella tecnologia di nuove fonti energetiche e del miglioramento delle esistenti, nelle biotecnologie per migliorare le produzioni agricole e renderle più resistenti. Soprattutto deve essere superato Kyoto e le sue inefficienze di fondo, e creato un meccanismo globale, con tutti dentro, che gestisca i cambiamenti che ci aspettano.
Approfondimenti:
Variazioni climatiche, Adriano Mazzarella, Prof. Climatologia Università di Napoli Federico II
Mutamento climatico, Wikipedia (in inglese, la pagina in italiano è ancora molto lacunosa)
Il sistema Europeo di Emission Trading, Laura Monni, ambientediritto.it
sferoattualità
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