martedì 22 aprile 2008

Dopo il futuro


Ormai siamo dopo. Dopo la rivoluzione informatica, dopo quella telefonica. Siamo dopo il petrolio a cento dollari il barile, dopo l'euro a 1,50 dollari e dopo tutte le "soglie psicologiche" che c'avevano imposto. Dopo l'11 Settembre, dopo il che riscaldamento globale è vero, dopo la guerra in Iraq, dopo che abbiamo saputo che la Terza Guerra Mondiale è stata silenziosa. Siamo dopo il fascismo ed il comunismo, dopo che i processori sono sempre più veloci e la legge di Moore, siamo dopo l'Iphone, dopo il videofonino e l'ECDL. Dopo Bill Gates, Bill Laden e Bush.
Siamo dopo che "un giorno i giovani saranno i padroni del mondo", dopo le pensioni sicure, il posto fisso ed i contratti a tempo indeterminato. Dopo i mutui agevolati, le case popolari e la cementificazione.

Siamo dopo i tempi dei preti e dei santi, dopo i mistici e dopo gli atei.
Dopo gli universi paralleli esistono, dopo la mente crea la realtà.

Non sentite come gli equilibri scivolano, come i sistemi crollano? Anche prima scivolavano e crollavano, ma nell'arco di secoli, millenni. Adesso tutto avviene al ritmo del battito di ali di una farfalla che crea una tempesta dall'altra parte del mondo. Prima genitori e figli erano troppo diversi per comprendersi perchè nel frattempo il mondo era cambiato, adesso i ragazzi di venti anni non capiscono più quelli di quindici, per lo stesso motivo.

C'è chi dice che siamo postmoderni. In realtà, a mio avviso, gli anni ottanta erano postmoderni, adesso siamo nel futuro. O anche dopo.


sferoracconti

martedì 15 aprile 2008

La Terza Repubblica

Benvenuti nella Terza Repubblica. All'improvviso siamo bipolari, democraticamente occidentali, conservatori e progressisti. All'improvviso non ci sono più i comunisti e i fascisti. Come d'incanto, la legge elettorale ha funzionato, i brogli denunciati sono diventati fantasmi del passato e l'impianto elettorale è diventato un ingranaggio funzionale ed oliato. Il leader dell'opposizione ha telefonato e augurato buon lavoro al vincitore, e il Premier formerà in breve tempo un governo leggero con dodici ministri.

Anche gli sconfitti non si disperano; un governo in grado di governare sembrava essere negato all'Italia per costituzione, e invece adesso ci toglierà l'ICI dalla prima casa. La curiosità e una strana sensazione di speranza pervade timida tutto l'elettorato.

Il resto del mondo si accorge che esiste un'Italia capace di produrre cose politicamente costruttive e si dimentica per un attimo della monnezza di Napoli. Anzi, arriva a pensare che adesso la ripuliamo, Napoli.

Il giorno della Terza Repubblica fondata sul Lavoro è arrivato, torniamo ognuno al nostro, di lavoro, e lasciamo lavorare anche il prossimo governo; Silvio si ricordi solo che più grande è la fiducia concessa, più grande dolore ne provoca il relativo tradimento. E adesso, finalmente, rimbocchiamoci le maniche.

sferoattualità

venerdì 19 ottobre 2007

Il Fiore Giallo di Kun


Quel giorno sarebbe entrato nel Kahal. Il pensiero ossessivo era ormai scolpito nella sua mente, e ondate di calore pervadevano e anestetizzavano le sue viscere ogni volta che ripeteva a se stesso quale fosse il suo destino. Così indossò il Kun-Ham, la sorta di bisaccia che tutti gli appartenenti al Fei-Ham tenevano legata alla base del ventre. Solo che quel giorno era riempita con una unità di peso locale e mezza della polvere del fiore giallo, uno dei più potenti veleni che si potesse trovare nella terra di Kun; respirarne solo una microunità conduceva al blocco del sistema nervoso e la respirazione veniva arrestata fino alla morte. Cercava di non focalizzare la sua attenzione sul fatto che anche lui sarebbe stato sottoposto all’atroce agonia, insieme alle centinaia di Kanditi che avrebbe tolto dalla faccia del pianeta. L’importante era ribadire che la superiorità del suo dio, cioè la versione di Kun che i suoi genitori gli avevano descritto quando aveva raggiunto la mezza altezza. La maggior parte dei Kanditi credevano che Kun fosse di razza Kandita, mentre a lui, della minoranza Cremisi, avevano spiegato che Kun era anch’esso un Cremisi. Inoltre il Kun dei Kanditi dispensava succo di Ropo per ringraziare delle offerte coloro che facevano dono di pani nutritivi ai sacerdoti del dio, mentre i Cremisi ricevevano la ben più prestigiosa considerazione dei sacerdoti Cremisi nelle loro preghiere. Mollok sapeva di dover rinunciare ad una incerta felicità da vivo, comunque probabile visto la agiatezza dei sui parenti, per una felicità sicura una volta nel Kahal. Lì i pani nutritivi si raccoglievano già maturati, e spruzzati di essenza di Ropo. Sull’essenza di Ropo i sacerdoti Cremisi insistevano molto, perché il succo sacro veniva da sempre dato ingiustamente ai Kanditi. Questi ultimi vivevano generalmente felici ma ignari del fatto che il Kahal, a loro, era precluso. Anzi, credevano che fosse precluso ai Cremisi. Finalmente, tra non molto, sarebbe stato circondato solamente di Cremisi, nel Kahal. Questo pensiero lo accompagnava sulla strada dell’insediamento abitativo che portava alla frazione abitata dai Kanditi. Il Kandita che stava venendo verso di lui possedeva anch’esso un Kun-Han legato al ventre, e Mollok lesse subito nei lineamenti dell’altro la stessa decisa serenità che stava provando lui stesso, e capì subito che anche le intenzioni erano, pur essendo opposte, analoghe. In meno di un millesimo di giorno maturò la convinzione che sarebbe stato altrettanto degno di merito se invece di uccidere cento Kanditi avesse salvato cento Cremisi, e così afferrò la sua lama uncinata e ruppe il sigillo del Kun-Ham, proprio mentre anche il Kandita eseguiva con lo stesso fervore, la stessa operazione. Così per la prima volta sentì l’odore del fiore giallo, acre e pungente, e non era dolce come gli avevano descritto. Il Primo Sacerdote in persona gli aveva spiegato che Kun compariva a coloro che annusavano la polvere del fiore giallo, che rimanevano così estasiati dalla visione da non sentire gli spasmi del proprio ventre alla ricerca di aria da respirare. Eppure adesso sentiva atroce ogni spasmo, e dai lineamenti dell’altro capiva che neanche l’altra versione di Kun era comparsa per alleviare il dolore del Kandita. Quando tutti gli spasmi si sommarono insieme in una rigida immobilità, prima di morire, per la prima volta si chiese su cosa altro si stesse sbagliando il Primo Sacerdote.

sferoracconti

domenica 7 ottobre 2007

I bamboccioni di Padoa Schioppa

Le infelici affermazioni del Ministro dell'Economia Tommaso Padoa Schioppa dimostrano quanto lontane siano le persone deputate a governare dalla realtà di tutti i giorni

C'è uno scollamento tra le persone che governano e la realtà del paese, e ormai ne siamo ben consapevoli anche mediaticamente grazie a Grillo, Iene e inchieste sulla cocaina in parlamento o su benefici particolari dei parlamentari. Ci sono campagne come questa rilanciata da FallaGirare.com che si schiera contro la casta politica e propone il C-day. Ma ogni volta che un politico come Paola Schioppa dà fiato a leggerezze del calibro "Fuori i bamboccioni dalle famiglie", si rabbrividisce di fronte alla conferma di quanto assenti, lontani e inconsapevoli sia questa gente dalla realtà quotidiana. E si che è notizia fresca che i poveri in Italia siano, ufficialmente, cresciuti a più di sette milioni, pari a quasi il 13% di tutti gli italiani (come gli abitanti di Emilia-Romagna e Toscana messe insieme). In questo contesto la generazione dei "Bambocioni" sta vivendo per la prima volta una condizione di precarietà sconosciuta dai propri genitori, che a vent'anni potevano facilmente vantare un contratto a tempo indeterminato; questo significa che alla povertà reale si somma quella derivante dal precariato, che comporta di non poter accedere ad un mutuo per comprare la casa, di non poter programmare un futuro in quanto si vive nell'incertezza della retribuzione, dell'affossamento dell'entusiasmo dei giovani che non possono distaccarsi economicamente dai propri genitori. Tali genitori sono per la prima volta nella storia d'Italia più ricchi dei figli, possiedono case che i questi ultimi non potranno ragionevolmente permettersi per il costo al metro quadro raggiunto, posseggono una pensione che la generazione successiva raggiungerà con molte difficoltà e incertezze dovute ai cambiamenti della legge previdenziale. Questi "Bamboccioni" non hanno il coraggio di mettere al mondo altri figli, ai quali non potranno assicure lo stesso aiuto che loro hanno ricevuto dai propri genitori, spezzando quella catena virtuosa che ci ha portato ad essere, in tre o quattro generazioni, da un popolo di contadini a benestanti. Certo i figli del ministro Schioppa tra dottorati al MIT di Boston e master a Londra, bamboccioni non si sentiranno mai.


sferoattualità

martedì 25 settembre 2007

L'universo a forma di broccolo


Dicono sia una delle scoperte più importanti della storia della scienza, e senz'altro è una delle più conturbanti, quella effettuata tramite una dimostrazione matematica. Ogni volta che siamo di fronte ad una scelta, in realtà le facciamo tutte, ognuna in un universo differente.

Tante storie tanti universi
L'affascinante ipotesi degli universi paralleli sembra essere stata confermata matematicamente nel 2007 da un gruppo di ricerca di Oxford. L'ipotesi del Multiverso risale agli anni 50 da parte del fisico Hugh Everett e nacque come possibile soluzione di alcune bizzarrie quantistiche. Il nostro universo non sarebbe il solo, ma ne esisterebbero infiniti, ognuno dei quali contraddistinto da una scelta particolare. Funziona così: ogni volta che si presenta una scelta tra due opzioni, in realtà vengono realizzate entrambe, e ognuna delle opzioni si realizzerà in uno dei due universi diramati da quello precedente. Un comportamento analogo a quello già sperimentato con i fotoni, che dovendo scegliere due percorsi in realtà li percorrono entrambi contemporaneamente (auto interferenza); come il fotone anche l'universo appare sdoppiarsi dando vita a due futuri diversi. Di conseguenza, quando si presentano più scelte, tutte le opzioni vengono prese e ognuna di loro farà conseguire un futuro particolare.

Tutte le scelte di Neo
Una elegante citazione di questa teoria è presente alla fine del film Matrix Revolution, quando Neo, di fronte all'Architetto, vede la sua immagine moltiplicata nei molteplici schermi delle pareti, in ognuno dei quali vede se stesso compiere una scelta differente tra tutte le scelte possibili. Ad esempio in uno schermo si vede ridere, in un altro arrabbiare, in un altro piangere, e così via fino a completare tutte le opzioni esistenti fino anche alle più improbabili. Nella realtà, ognuno di quelle scelte avrebbero diramato un universo ed un futuro preciso. Questo significa che ogni volta che vi sarete pentiti di non aver fatto una scelta, in un qualche universo si sarà diramato un futuro nel quale quella decisione, in effetti, la avrete presa. Oppure quando avete rischiato un incidente, allora vi sarà anche un universo in cui voi non siete sopravvissuti. E tutto questo, mi viene da pensare, sarà solo per gli universi più "prossimi" al presente attuale, mentre i più remoti vedranno ormai diramate storie completamente diverse da quella studiata nei libri, e altri uomini e altre donne, o nessun uomo e nessuna donna, e chissà cos'altro al posto nostro.

Che c'entra il broccolo
Mi sembra allora più opportuno chiamare tutti questi universi, più che paralleli, universi divergenti, e lo schema di ogni porzione del multiverso (ossia dell'insieme di tutti gli universi) dovrebbe apparire simile a quella di un broccolo: miriadi di diramazioni a partire da un'unica radice.
Il gruppo di ricerca guidato dal Prof. David Deutsch ha provato matematicamente che un multiverso così configurato è necessario per derivare le equazioni della meccanica quantistica che già conosciamo. Infatti abbiamo ormai cominciato da tempo ad accettare la natura probabilistica della realtà: in pratica la fisica quantistica descrive che l'esistenza di un evento viene "congelata", ovvero definita, in un particolare stato solo nel momento in cui questo evento viene osservato, mentre mancando l'osservazione l'evento stesso esiste in potenza in tutte le configurazioni possibili e contemporaneamente (la funzione d'onda dell'evento descrive le probabilità di ogni evenienza, e collassa con l'osservazione in una delle configurazioni). Così l'universo presente appare tale solo per l'osservazione che produciamo, mentre altri osservatori in universi ormai alieni stanno definendo storie e futuri differenti.

Creatori di universi o viandanti di un multiverso?
Quando un fotone collassa in una posizione piuttosto che un altra, quando decidiamo di dormire piuttosto che alzarci presto alla mattina, allora i due universi che si diramano sono creati dalla scelta oppure si tratta di preferire un percorso già tracciato come ad un bivio? Nel primo caso ogni nostro vezzo crea intere nuove realtà, nell'altro tutti i Futuri possibili già esistono, ed a ogni bivio ci moltiplichiamo per percorrere storie diverse. In ogni caso, a pensarci bene, se esistono contemporaneamente tutte le possibilità allora, in fondo, abbiamo a disposizione tutte le possibilità; si tratta solo di cercare la felicità nel ramo del multiverso che ci piace di più.

Approfondimenti:
Multiverso (wikipedia)

venerdì 21 settembre 2007

Quando eravamo liberi


Reminiscenze e miti su di un epoca in cui non esistevano monopoli su sistemi operativi ed applicazioni per l'ufficio

Alcuni anziani raccontano di un tempo lontano, quando si poteva scegliere una applicazione per scrivere lettere e documenti tra diverse alternative, e non si era costretti ad usare tutti lo stesso programma. Anche per fare i calcoli c'erano diverse possibilità, e si comprava un "foglio di calcolo elettronico" chiamandolo col sibilante termine di "spreadsheet", tra le varie proposte del mercato. Alcuni di questi anziani addirittura narrano che non solo si potevano scegliere i programmi, ma addirittura il tipo di computer! Cioè, esistevano diversi tipi di Personal Computer, ognuno dotato del loro particolare sistema operativo, differenziati per prestazioni, prezzi e fornitura di software. Ce ne sono certi che socchiudono gli occhi, sorridono beati verso il soffitto e parlano di un computer con una mela morsicata tutta colorata, e parlano di una fantomatico "Apple Due"... come se volessero farci credere che fosse mai esistito un Apple Uno! Altri ancora si inginocchiano e mormorano parole incomprensibili come "Wordstar, o Wordstar 2000". Dicono che c'era un prezzo, a tutta questa libertà; si trattava di pagare molto denaro per averli, oppure accettare di uscire dalla legalità per poter scrivere una lettera sul computer di casa. E di dover imparare strane sequenze di tasti per accedere alle varie funzionalità. Qualcuno si scriveva pure una tabellina sopra la tastiera. Certo non c'è da credergli. Scegliersi il sistema operativo.. sicuramente questi anziani hanno una memoria ormai compromessa dall'età. Anche perchè, se il mercato software fosse veramente nato libero, sicuramente a tutt'oggi avremmo ancora tanti produttori tra i quali scegliere un word processor, ormai moderno ed evoluto rispetto ai ricordi degli anziani, e la concorrenza tra questi produttori avrebbe favorito la stabilità, la sicurezza e la facilità d'uso di tutti i prodotti. Così se mi fossi trovato male con uno in particolare, come infatti spesso accade, avrei potuto cambiare. Ma dato che ai nostri giorni usiamo tutti lo stesso tipo di computer, lo stesso sistema operativo, la stessa suite di programmi per l'ufficio di un unico produttore, sicuramente questi anziani mentono, o si ricordano male. C'è chi dice che questa situazione sta cambiando, ma non so se credergli, probabilmente mentono anche loro come quegli anziani.


sferotecnologia

martedì 18 settembre 2007

20 Settembre 1870, Porta Pia e la fine del Medioevo a Roma


Il 20 Settembre del 1870 i Bersaglieri aprivano una breccia a Porta Pia ed entravano a Roma senza spargimento di sangue. Parlarne oggi significa essere tacciati di anticlericalismo. Ma perchè essere anticlericali è offensivo?

Quand'è finito il Medioevo? Alcuni storici lo datano nel 1453, con la caduta di Costantinopoli in mano ai Turchi e la fine dell'Impero Romano d'Oriente; i più nel 1492, con lo sbarco di Colombo in America. Altri ancora trascinano la fine dell'Età Buia fino al XVII secolo con lo smantellamento del sistema feudale e la nascita dell'epoca industriale. Ma Roma, caput mundi, pagò la sua antica cupidigia rimanendo nell'oscurantismo fino al 20 Settembre 1870, quando l'esercito italiano entrò attraverso una apertura di trenta metri ricavata presso Porta Pia. Fino ad allora il papa re possedeva diritto di vita e di morte sopra i suoi sudditi, comandava un esercito, promulgava leggi, coniava monete e sentenziava pene. Dopo la Breccia di Porta Pia, Roma possedeva una legislazione moderna, costituzionale e liberale. Perchè il XX Settembre non viene più ricordato? In un momento storico in cui ci si scaglia contro il buio dei regimi islamici, in cui si teme una svolta antilaicista della Turchia, perchè non ricordare in modo convinto la ricorrenza di quell'evento che, qui in Italia, ha posto fine al governo di un clero su di uno stato? Molte destre e sinistre dell'italietta politica non oseranno toccare l'argomento, e solo pochi si organizzano. Ora mi chiedo: perchè si dovrebbe aver paura di celebrare la laicità dello Stato? Forse che non si dia più per scontato ed ovvio il valore di un governo basato su princìpi oggettivi e sui quali sia permesso discutere?

Intanto, indice del bisogno di tenere sempre alta la guardia su certi fronti, nella pagina di Wikipedia Italiana ho trovato scritto, alla voce "Presa di Roma", sotto il paragrafo curiosità, la frase:

"Come manifestazione di anticlericalismo, in alcune città italiane, via XX Settembre è la via che porta al Duomo". (vedi cache di google)

Ho proposto a Wikipedia di modificare la voce con:

"A ricordo dell'inizio del moderno Stato d'Italia come lo conosciamo oggi, il XX Settembre è riportato nella toponomastica di molte città italiane, alcune volte dando il nome alla strada che porta al Duomo."

Vediamo se un qualche santo spirito casserà questa affermazione.


Approfondimenti:
Presa di Roma, Wikipedia
Medioevo, Wikipedia
Stato Pontificio, Wikipedia


sferoattualità